mercoledì, 24 Aprile 2024

Roma, Bergamo: contrario al biglietto per Pantheon e Fori

“Franceschini ha sostenuto la necessità di mettere un ingresso a pagamento al Pantheon. Un cosa è regolare gli ingressi perché entra troppa gente tutta insieme, un’altra è mettere il biglietto. C’è una differenza fondamentale tra la visita a pagamento e la possibilità di vivere integrato in un posto di quel genere. E siccome la forza di Roma sta nel fatto che questi luoghi siano integrati nella vita civile e non siano semplicemente una serie di musei uno per l’altro, io contesto quella decisione”, ha detto Luca Bergamo, vicesindaco di Roma.

“Franceschini ha preso anche la decisione – sottolinea il vicensidaco – di riorganizzare le soprintendenze di Roma con un criterio che è quello di aumentare al massimo l’efficienza della gestione dell’area che raccoglie i Fori Imperiali, il Colosseo e altri importanti luoghi e lasciare a un’altra soprintendenza tutto il resto della città. Per questo è appena uscito un bando. Difatti è la musealizzazione, è la stessa logica che si applica a Firenze piuttosto che a Pompei con una differenza però, che stiamo parlando di uno spazio che è al centro della città”.
Mentre, la tesi di Bergamo “è che l’area centrale dovrebbe essere ad accesso libero e presidiato salvo alcune zone che hanno una grande capacità di attrazione turistica, tipo il Palatino e il Colosseo. Questo deriva – afferma – da due interpretazioni diverse della funzione che il patrimonio culturale ha nel funzionamento della città. Una, che è quella che io contesto, del ministro Franceschini secondo cui il patrimonio culturale è uno strumento di attrazione turistica e generazione di risorse, a loro volta magari nobilmente destinate a tutelare il patrimonio, ma purtroppo che lo sottrae alla vita ordinaria delle persone. L’altra, molto diversa, di trasformare il centro di Roma nel primo grande centro urbano in cui il patrimonio archeologico diventa parte integrante della vita civile. Con un’aggiunta, che questo significa fare un lavoro sul ritorno delle residenze e funzioni commerciali del centro storico. Questo sì serve al turismo ma a un turismo che consuma diversamente, che non arriva a frotte, sta un giorno e mezzo e se ne va. Un turismo che vive l’enorme ricchezza del patrimonio culturale di questa città”.

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