mercoledì, 24 Aprile 2024

A Brera in mostra la contestata ‘Giuditta che decapita Oloferne’

La pinacoteca di Brera, fino al 5 febbraio, esporrà la tela “Giuditta che decapita Oloferne” rinvenuta un paio di anni fa nella soffitta di una villa di Tolone e che viene attribuita, con qualche dubbio, a Caravaggio. L’opera sarà messa in mostra corredata di un asterisco che rimanda ad una scritta con caratteri più piccoli in cui si spiega come l’attribuzione sia stata una condizione per il prestito e che non riflette necessariamente la posizione ufficiale del museo. E per ironizzare su questo chiarimento obbligato e per rispondere alle polemiche, i dipendenti e lo stesso direttore James Bradburne, hanno deciso di indossare una spilletta gialla con un asterisco nero.

Il contenzioso ha già condotto alle dimissioni del critico Giovanni Agosti dal comitato scientifico del Museo, poiché contrario a esporre in un museo pubblico un quadro dalla paternità incerta. Il quadro, assicurato per oltre cento milioni di euro, è stato esaminato al Louvre e sottoposto a svariate analisi. Adesso lo Stato francese ha due anni e mezzo per decidere se acquistarlo, altrimenti i proprietari potranno immetterlo sul mercato. “Però ora – ha sottolineato Bradburne – sul mercato non è. I musei sono un laboratorio per nuove conoscenze, mettono vicine le opere in modo che gli storici dell’arte le possano studiare dal vivo e questo – ha aggiunto – è il caso del dialogo attorno a Caravaggio che non danneggia in alcun modo la reputazione di Brera, che si attribuisca o meno in via definitiva la Giuditta al Merisi”. 

L’opera sarà al centro di una giornata internazionale di studi. E per tre mesi esperti e visitatori potranno osservarla a fianco di un’opera attribuita con certezza a Caravaggio: La cena in Emmaus, e a due copie della Maddalena in estasi, e un Sansone e Dalila di Louis Finson, pittore fiammingo che fece diverse copie di dipinti di Caravaggio direttamente dall’originale.

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