mercoledì, 24 Aprile 2024

Ryanair e Wizzair ignorano l’Antitrust. E sui bagagli a mano è caos

Nonostante lo stop imposto dall’Antitrust, Ryanair e Wizzair continuano a chiedere il pagamento extra per il bagaglio a mano a bordo. Rischiano così non soltanto una multa milionaria, ma anche di avviare un iter legale che potrebbe portare anche all’interruzione dei voli fino a un mese. È quanto emerge da un’indagine del Corriere della Sera che ha incrociato simulazioni di prenotazioni sul sito delle low cost, le segnalazioni dei lettori e le risposte degli assistenti dei due vettori.

In effetti, subito dopo la decisione del 31 ottobre da parte dell’Antitrust italiana, entrambe le compagnie hanno annunciato ricorso e dunque ora la questione sarà affrontata al Tar del Lazio. Secondo Ryanair, infatti, “l’Antitrust non può decidere su questioni che riguardano la sicurezza aerea o la puntualità dei voli”. E per questo le attività continuano come prima. Non soltanto l’extra per il bagaglio a mano viene chiesto al momento della prenotazione, ma viene anche confermato quando si tratta di avere conferma da un assistente. “Se desidera il bagaglio a mano da 10 chilogrammi lo dovrà acquistare”, spiega Adina all’interno della Live chat di Ryanair dopo un’attesa di 22 minuti, riporta il Corriere della Sera. Inoltre, simulando un volo Milano Malpensa-Palermo (19-27 novembre) la cifra finale è di 41,86 euro: 14,32 euro per l’andata, 14,32 per il ritorno, 13,22 per portarsi una seconda valigia in cabina.

Dal canto suo, l’Antitrust, interpellato dal quotidiano di via Solferino, chiarisce l’ambito di giurisdizione della decisione del 31 ottobre scorso. Secondo l’autorità, lo stop all’extra sul bagaglio a mano si applica soltanto ai voli nazionali (cioè che prevedono una partenza da uno scalo italiano e un arrivo in un altro scalo italiano) e a quelli Italia-estero (decollo da un aeroporto italiano e atterraggio in un aeroporto straniero). Le due low cost, quindi, possono regolarmente applicare la tariffa aggiuntiva ai collegamenti dall’estero verso il nostro Paese “in quanto l’origine è un’altra giurisdizione”. Mentre sugli eventuali rimborsi l’Antitrust chiarisce: “occorre rivolgersi alle associazioni dei consumatori”.

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