venerdì, 19 Aprile 2024

Turismo di successo a Santo Stefano di Sessanio

Da una a 21 attività ricettive in diciotto anni, indice di utilizzazione di strutture ricettive del 27% più alto della media abruzzese nell’ultimo triennio, presenze turistiche straniere pari al triplo del dato regionale e indice di imprenditorialità extra agricola del 27%, rispetto ad una media italiana del 7,4. Ogni cento abitanti, insomma, ci sono 27 attività che non hanno a che fare con la terra.
I numeri indicano Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) come una vera unicità del panorama abruzzese, capace di farsi brand e varcare i confini non solo regionali ma anche nazionali.
I risultati dell’intuizione dell’imprenditore italo-svedese Daniel Kihlghren, hanno dato ragione al suo modello di sviluppo.

“Il progetto fortemente identitario di tutela di un borgo incastellato medioevale col suo paesaggio, il suo patrimonio storico architettonico fino ai suoi arredi interni e le sue culture materiali dall’artigianato domestico alla cucina casalinga ha avuto un ritorno con dei dati economici di grande interesse”, ha detto Kihlghren in occasione dell’incontro che ha preceduto la proiezione di Piccoli segreti, grandi bugie, il film tv in gran parte ambientato nel borgo, andato in onda su Rai Uno.

“Un tasso di occupazione intorno al 50% su base annua nella struttura Sextantio, ma soprattutto un ritorno sul territorio propriamente logaritmico con un aumento delle strutture ricettive dove poter alloggiare da una, quando arrivammo a Santo Stefano nella fine anni Novanta, alle 21 di oggi, nonostante la crisi e il terremoto del 2009. La variabile unica di questi numeri è stato un progetto estremo di tutela del patrimonio storico paesaggistico e culturale, in questo contesto ci sono stati interessanti apporti da parte di istituzioni culturali e dalla società civile”, ha aggiunto Kihlghren.

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