giovedì, 28 Marzo 2024

Videomapping, musica e teatro per raccontare ricchezze immateriali Sicilia

Un viaggio immaginifico, irreale, sospeso, per raccontare i beni immateriali della Sicilia, i suoi cicli vitali, i pupi, il grano, l’uva. Ma tutto questo avviene attraverso videomapping, teatro, musica e performance, all’interno dell’Albergo delle Povere di Palermo.

Domenica sera (6 settembre), dalle 21 alle 23 (ingresso libero) l’antico palazzo settecentesco accoglierà I LANDSCAPE, spettacolare viaggio per rivelare una Sicilia antica e fattiva, nato all’interno del contenitore I ART. Rivive il palazzo di cui verranno aperti percorsi finora sconosciuti al pubblico, come il giardino segreto dei gelsi, con le vasche di decantazione e bollitura dei bachi da seta. Alle 21 l’inaugurazione di I LANDSCAPE a cui parteciperà l’assessore regionale ai Beni Culturali e Identità siciliana, Antonio Purpura. 

Attraverso l’evento multidisciplinare si racconteranno alcuni punti della storia dell’Albergo delle Povere: le persone che hanno contribuito alla sua costruzione, l’importanza e il ruolo del palazzo per la povera gente di Palermo. La drammaturgia è affidata a Pino Di Buduo e al Teatro Potlach, che ha già firmato per I ART, “Paesaggi contemporanei” ai Cantieri della Zisa, a Samuba e a Palazzo Biscari, a Catania. 

Il viaggio inizia già all’ingresso dell’Albergo delle Povere: grandi proiezioni e video mapping sulla chiesa centrale e sugli allestimenti architettonici, per poi salire il grande scalone che porta al primo piano. Si riscende dall’altro lato, girando intorno al cortile interno, lungo la balconata, uscire e tornare al piano terra, in giardino. Lungo tutto il percorso prenderanno vita racconti, azioni performative, trasformazioni dello spazio con grandi scenografie e racconti per immagini. 

Nelle sale al primo piano verrà proiettato il film Landscapediretto da Luca Ruzza con la OpenLab Company che raccoglie l’immenso patrimonio fotografico di Milo Minnella, sulla scia degli studi antropologici di Ignazio E. Buttitta e dei contributi sonori della Fondazione Ignazio Buttitta e del Folkstudio.

 

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