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Venezia come Disneyland, critica del Nyt sull’eccesso di turisti nella città lagunare
notizia pubblicata 04 Agosto 2017 alle ore 11:50 nella categoria Cronaca

Dopo il Guardian anche il New York Times lancia un allarme per Venezia, definendola una ‘Disneyland sul mare’ per l’elevato numero di turisti che ‘sommerge la città come una marea’

“È giusto – dice Matteo Secchi, storico leader dell’associazione ed omonimo sito venessia.com – che la situazione abbastanza critica vada sui media anche mondiali, giusto parlare di Venezia ma guai a fare dell’inutile allarmismo. A Venezia – aggiunge – ci vogliono case accessibili per i veneziani che vogliono restare e per chi vuole tornare e più servizi ai cittadini”.
“Si spara sulla città, sulla Croce Rossa, con attacchi pretestuosi – rileva Alberto Nardi, ex presidente dell’Associazione Piazza San Marco – Dire che non ci sono problemi sarebbe sbagliato ma generalizzare è un errore che non fa bene a chi vuole bene a questa città”.
Per Nardi la città ha due grandi piaghe: la prima “è quella dei turisti pendolari che invadono la città per poi lasciarla”, la seconda, “da quanti sfruttano Venezia con l’illecito a cominciare dai venditori abusivi di cui Piazza San Marco è piena, degli ambulanti che vendono merce contraffatta ovunque, dei borseggiatori che nella folla arraffano, non dimenticando, poi, i negozietti di paccottiglia”.

“Dispiace che una testata autorevole rappresenti Venezia in modo così negativo e fuorviante, danneggiando gravemente quella leva economica fondamentale per il Paese che è il turismo”, commenta Francesco Galietti, direttore per l’Italia della Associazione internazionale dell’industria crocieristica Clia.
“Il turismo crocieristico non è solo programmato e controllato – ricorda Galietti – ma ha anche volumi di spesa giornaliera più alti della media e non può certo essere definito di bassa qualità. L’attenzione al benessere di Venezia e alla sostenibilità dei flussi da parte delle compagnie – conclude il manager di Clia – è dimostrata dagli impegni che autonomamente le stesse si sono assunte, riducendo le dimensioni delle navi e le emissioni molto al di sotto degli attuali limiti di legge”.