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Federalberghi denuncia impennata alloggi Airbnb in Veneto. Michielli: servono controlli
notizia pubblicata 27 Settembre 2019 alle ore 12:00 nella categoria Associazioni

“In Veneto l’impennata di Airbnb è lo specchio di un fenomeno fuori controllo”. Ad affermarlo il presidente di Federalberghi Veneto e vicepresidente nazionale Marco Michielli che parla di ‘shadow economy’. Ad agosto di quest’anno, solo su Airbnb erano 27.339 gli alloggi in vendita in Veneto (nel 2009 erano solo 22), 7.726 in più rispetto allo stesso mese del 2017. Un incremento del 39,39% in soli due anni, che corrisponde a un decremento in termini di sicurezza e di entrate per lo Stato, oltre che in un danno verso le imprese turistiche tradizionali e coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.

La classifica di Federalberghi nazionale, nel Rapporto sul sommerso turistico – “Le bugie della sharing economy a confronto con i dati reali’ – vede in testa proprio la provincia di Venezia, con 12.720 alloggi in vendita ad agosto su Airbnb; seguono Verona (7.267), Treviso (1.835), Belluno (1.797), Padova (1.764), Vicenza (1.348) e Rovigo (608). Fra i comuni, spicca il centro storico lagunare, con 9.097 alloggi in vendita, seguito da Verona (2.904), Bibione (1.167), Padova (973), Jesolo (596) e Peschiera del Garda (457).
“Nella maggioranza dei casi l’attività non è un’occasionale fonte di reddito, ma un vero e proprio business che crea evidenti squilibri in termini di ricadute sul sistema economico – spiega Michielli – A fatturati/ricavi consistenti, nella shadow economy non corrispondono apporti equivalenti in termini di contributo all’erario e di sostegno all’occupazione e al reddito”. Michielli chiede si corra ai ripari “Confidiamo che il Parlamento per le sue competenze mostri di aver acquisito la stessa sensibilità e comprensione del fenomeno che la Regione Veneto ha dimostrato di avere quando ha varato il regolamento sul codice identificativo degli alloggi turistici in locazione -conclude – Le buone regole però servono a poco, se no ci sono buoni controlli. Il cambiamento passa per i sindaci tra i quali rilevo solo un’esigua quota di interventi su quel fronte”