martedì, 19 Marzo 2024

Incubo ZTL per turisti e albergatori: il rapporto di Federalberghi

L’istituzione di una zona a traffico limitato non coinvolge solo i residenti, ma influenza anche, nel bene e nel male, l’esperienza di viaggio dei turisti e l’organizzazione delle imprese che li accolgono. Federalberghi, con la collaborazione di ART&S, ha analizzato il funzionamento delle ZTL (orari, costi, modalità di pagamento, permessi, procedure, segnaletica, sistemi di controllo, etc.) nei comuni ad alta intensità turistica rilevando pro e contro delle soluzioni adottate.

“Le regole che disciplinano il funzionamento delle ZTL – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – costituiscono spesso un vero e proprio labirinto, nel quale è difficile orientarsi e dal quale i forestieri riescono ad uscire solo al prezzo di multe salate.”

Per fare chiarezza, nel tempo sono dovute intervenire autorità di ogni sorta, dal Consiglio di Stato che ha affermato a chiare lettere il diritto a raggiungere il proprio hotel per scaricare o caricare i bagagli, all’Accademia della Crusca, che ha censurato l’ambiguità della segnaletica stradale, che confonde gli utenti parlando di varchi attivi o non attivi, quando invece si dovrebbe dire varchi chiusi o aperti.

“Gli operatori non sono pregiudizialmente contrari alla regolamentazione del traffico in determinate zone – afferma Bocca – purché, ovviamente, siano adottati gli accorgimenti necessari per consentire ai turisti e alle strutture che li accolgono di poter svolgere agevolmente le proprie attività. L’oscar delle soluzioni cervellotiche ed autolesionistiche – prosegue il presidente – spetta alla città di Roma, che ha contingentato l’accesso dei bus turistici e consente di richiedere l’autorizzazione solo nei cinque giorni precedenti l’arrivo. Si tratta di una formula che ha conseguenze devastanti per le attività economiche: se non è possibile garantire ai clienti la possibilità di arrivare in albergo essi andranno altrove. È un classico esempio di regolamentazione che non tiene conto delle esigenze dei turisti e delle imprese. Poniamo volentieri la nostra ricerca a disposizione di tutti coloro che siano interessati ad approfondire l’argomento – conclude Bocca – con l’obiettivo di segnalare le buone prassi da imitare e i passi falsi da non ripetere nella istituzione e nella gestione delle ZTL, auspicando di contribuire – per tal via – alla costruzione di città più accoglienti, sia per i residenti sia per i turisti”.

Dal rapporto emerge che l’accesso alle informazioni costituisce la principale criticità per i turisti: essi hanno assoluto bisogno di essere informati per tempo dell’esistenza della ZTL, in modo da poter organizzare di conseguenza l’arrivo in zona e la permanenza, e di conoscere le condizioni e le modalità di accesso, indispensabili per evitare di incorrere in errori ed incappare nelle conseguenti sanzioni.

Le strutture ricettive si ritrovano a svolgere le funzioni di sportello informativo, affiancando l’amministrazione comunale. La maggior parte degli intervistati (il 44,22% del campione) si fa carico direttamente dell’onere di informare il cliente, inviandogli comunicazioni dirette (e-mail, whatsapp, etc.) o mediante il sito internet della struttura (33,67%).

Gli hotel non si limitano a fornire informazioni sull’esistenza delle ZTL e sulle modalità di funzionamento. Il 66,8% delle strutture intervistate propone alla propria clientela anche servizi e dotazioni in grado di migliorare la fruibilità delle zone a traffico limitato, sia con mezzi a basso impatto ambientale (biciclette, biciclette elettriche, postazioni per ricarica di veicoli elettrici, etc.) sia con navette e con possibilità di parcheggio gratuito o a tariffe convenzionate.

Ovviamente, non esistono solo le criticità. Una ZTL ben organizzata può apportare dei vantaggi, sia al turismo sia alla popolazione locale. Il 49,75% degli intervistati apprezza la maggiore fruibilità turistica della città, seguita a ruota dal miglior comfort acustico ed ambientale e minore congestione del traffico (47,74%) e dal minor inquinamento atmosferico (43,72%).

Il testo del rapporto è disponibile cliccando qui.

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