giovedì, 28 Marzo 2024

Boeing sempre più in crisi dopo incidenti 737 Max, lascia top manager

Cambio ai vertici di Boeing. La crisi innescata dal 737 Max fa cadere la prima testa fra i top manager del colosso dell’aviazione: Kevin McAllister, il responsabile della divisione aerei commerciali e uomo chiave per il ritorno nei cieli del velivolo a terra da mesi dopo i due incidenti mortali costati la vita a 346 persone, lascia l’incarico. Il suo posto va, con effetto immediato, a Stan Deal.

L’avvicendamento piace a Wall Street, dove i titoli Boeing salgono di oltre il 2% dopo diverse sedute di passione causate dalla diffusione di messaggi fra due dipendenti di Boeing. Messaggi che sembrano indicare che il colosso sapesse dei problemi del 737 Max dal 2016, e quindi in grado di far vacillare la posizione di Boeing che da mesi sostiene di non aver avuto indicazione di malfunzionamenti al sistema automatico fino agli incidenti della Lion Air e dell’Ethiopian Airlines.

McAllister è stato il manager al centro degli sforzi di Boeing per riparare il sistema automatico del 737 Max che ha contribuito ai due incidenti aerei. Di recente però è finito nel mirino delle critiche interne a Boeing – secondo indiscrezioni – per la sua scarsa capacità di gestione dei rapporti con i clienti e per il suo stile. La sua uscita aggiunge nuove incertezze alla maggiore crisi, quella del 737 Max, di Boeing nei suoi 103 anni di vita. Il 737 Max è a terra da marzo e questo è già costato alla società 8 miliardi di dollari. Il suo ritorno nei cieli è da mesi posticipato e le compagnie aeree ora prevedono che non tornerà a volare fino al 2020. Boeing ha messo in guardia sul fatto che se i ritardi dovessero persistere potrebbe essere costretta a sospendere la produzione, una misura drastica che potrebbe avere ripercussioni pesanti sulla forza lavoro di Boeing e sulla sua rete di fornitori.

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