venerdì, 26 Aprile 2024

250 sagre al giorno, Fiepet: è concorrenza sleale

Appello per fermare la sagra selvaggia. Ma Coldiretti 1 italiano su 3 non ci rinuncia

Dalle più classiche e tradizionali alle più fantasiose e originali sono ben 18mila l'anno le sagre paesane in Italia, circa 250 al giorno, ma in estate si può arrivare anche a mille in una sola giornata. Un business da 350 milioni di euro che fonda la sua forza sulle 4.600 specialità enogastronomiche italiane ma che a esercenti e commercianti fa paura. La Fiepet Confesercenti parla di "concorrenza sleale", "se d'estate è tempo di sagra, per noi è tempo di magra". Da qui l'appello a fermare la sagra selvaggia. 
"Le sagre di qualità – spiega la presidente Fiepet, Esmeralda Giampaoli – sono una risorsa fondamentale per il territorio, un volano per l'economia nel suo complesso, ma anche per la cultura e ovviamente il commercio. Purtroppo però assistiamo al prolificare di eventi che nulla hanno a che fare con la tradizione e il prodotto tipico: vengono chiamati sagre, ma in realtà siamo in presenza di ristorazione parallela, di 'lupi travestiti da agnelli', che fanno concorrenza sleale agli esercizi pubblici, sviliscono il patrimonio locale e possono rappresentare anche un rischio per la salute dei consumatori". Da qui la richiesta di regole più stringenti e chiare, in particolare sulla definizione del termine sagra, sulla durata – "che deve essere ragionevole" – della manifestazione, sull'identificazione dei soggetti che possono promuovere tale attività e sul ripristino dei 'requisiti professionali' per chi organizza tale manifestazione.
Intanto, però, la Coldiretti evidenzia la grande popolarità del fenomeno: "l'andar per sagre è uno degli svaghi preferiti dai turisti, un italiano su tre non intende rinunziarvi. Una vera e propria riscoperta frutto dell'esigenza di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive". Una tendenza però, ammette la Coldiretti, che va accompagnata da una maggiore qualificazione, ad esempio con una più forte presenza delle realtà economiche espressione del territorio, come la vendita diretta dei prodotti agricoli e alimentari delle aziende agricole locali".  

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