venerdì, 29 Marzo 2024

Amnesty boicotta il turismo nelle località turistiche ebraiche dei territori palestinesi

Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui sollecita Airbnb, Booking.com, Expedia e TripAdvisor a boicottare le località turistiche ebraiche negli insediamenti in Cisgiordania, e anche a Gerusalemme est, perché situate in ”territori palestinesi occupati”.

Secondo Amnesty, inoltrando turisti verso località turistiche situate in insediamenti, ”Airbnb, Booking.com, Expedia e TripAdvisor contribuiscono alle violazioni dei diritti umani dei palestinesi”. L’insediamento di civili israeliani nei territori occupati, sottolinea la organizzazione, ”viola il diritto internazionale e rappresenta un crimine di guerra”. Quelle compagnie, secondo Amnesty, di fatto rafforzano lo status degli insediamenti e comunque non possono trarre profitti economici da una ”situazione illegale”.

Nel suo rapporto Amnesty rileva che le autorità israeliane garantiscono incentivi economici per le località turistiche situate presso insediamenti ebraici in Cisgiordania. Citano ad esempio i siti archeologici di Shilo (presso Nablus) e di Sussia (Hebron) e anche la Città di Davide, nel rione palestinese di Silwan a Gerusalemme est. Secondo Amnesty le finalità israeliane sono duplici: sono legate alla grande ondata turistica, che quest’anno ha toccato la cifra record di 4 milioni di visite, e anche politiche. Israele intende “sottolineare il legame storico del popolo ebraico con quelle località”. Il tutto, secondo la Ong, a scapito dei palestinesi.

In reazione il ministro per le questioni strategiche Gilad Erdan ha accusato Amnesty di essere divenuta ”la leader della campagna antisemita Bds”, di disinvestimento in Israele.

E Amnesty accusa le compagnie di prenotazioni di non aver ancora risposto in maniera soddisfacente alle sue pressioni. ”E’ giunto il momento – conclude – che esse si schierino dalla parte dei diritti umani cancellando dalle loro liste gli insediamenti illegali. I crimini di guerra non sono attrazioni turistiche”.

https://join.amnesty.org/page/36244/petition/1

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