giovedì, 25 Aprile 2024

Sim card per i turisti, nuova compagnia e percorsi sull’Everest: così il Nepal si rilancia

Dopo che il Foreign Office britannico e il Dipartimento di Stato USA hanno tolto lo sconsiglio sui viaggi in Nepal confermando il ritorno alla normalità della situazione sociale e geologica del Paese, il Nepal Tourism Board ha deciso di rilanciare la propria immagine a livello internazionale.

Una volta sbarcati all’aeroporto di Tribhuvan di Kathmandu i turisti ricevono una sim card pre-attivata, omaggiata dalla compagnia telefonica Nepal Telecom. Insieme alla sim card viene fornita anche una selfie card ‘I am in Nepal now’ con una lista di contatti utili da utilizzare. L’operazione, sostenuta dal ministero dell’Informazione e della Comunicazione punta a divulgare il messaggio che il Paese ha superato le difficoltà incontrate nel 2015 ed è nuovamente pronto a ricevere i visitatori.

La ripresa è segnata anche da un crescente aumento delle prenotazioni alberghiere che registrano un 50% di camere occupate. Nell’ambito dell’ospitalità esiste anche la possibilità di soggiornare in case private autorizzate ad operare come Homestay. Dalla nascita del programma, nel 2011, sono ormai 145 le strutture autorizzate che rappresentano un’opportunità unica per partecipare alla quotidianità delle popolazioni locali, basata sull’ospitalità degli abitanti. 

Non mancano le novità anche nel campo dei trasporti: da una joint venture nepalese-cinese è nata la nuova compagnia aerea Himalaya Airlines, dotata di Airbus 320 e 319 che ha già programmato di acquistarne 15 nel prossimo futuro. È la 6^ compagnia aerea a operare sulla tratta da/per Delhi e si va ad aggiungere alle 27 (3 delle quali nepalesi) già operanti nel Paese. La prossima destinazione a entrare in rete sarà Doha.

Inoltre, su richiesta del Governo del Nepal, la banca cinese China Exim Bank si è resa disponibile a finanziare la costruzione di un terzo aeroporto internazionale a 3 km da Pokhara e che potrà essere utilizzato da aerei di medio raggio (A320).

Da segnalare alcuni importanti comunicazioni che riguardano un segmento fondamentale per il turismo in Nepal, ovvero quello legato all’escursionismo montano. Per la prima volta dal 1974, il 2015 non ha visto scalatori in vetta all’Everest. Le conseguenze del terremoto di aprile, il rischio di valanghe e l’assenza di manutenzione della via da parte degli sherpa, ha scoraggiato anche tentativi isolati. Allo stesso tempo la Cina ha chiuso l’accesso alle vette himalayane dal versante tibetano, rendendo così inaccessibile la vetta. La buona notizia è che il governo nepalese ha però autorizzato le centinaia di scalatori (357) che avevano già ottenuto il Peak Permit e che sono stati costretti a rinunciare all’ascensione, a poterlo utilizzare entro i prossimi due anni.

Intanto gli ‘icefall doctors’, gli sherpa che predispongono la via di ascensione, sono al lavoro per attrezzare i passaggi più difficili per superare crepacci, con scale in alluminio e corde. La necessità è particolarmente evidente nel tratto tra il campo 1 e il campo 2 dove il temuto passaggio dell’icefall crea grosse difficoltà.

Le spedizioni che normalmente partono tra metà marzo e fine aprile avranno quest’anno la possibilità di scelta tra 2 vie attrezzate all’icefall per andata e ritorno così da evitare affollamenti e dare maggior sicurezza in un punto particolarmente critico.

Una buona notizia anche per i trekker che possono nuovamente percorrere il tratto da Myagdi a Mukhit (Mustang) lungo le sponde del fiume Kali Gandaki, evitando così il vecchio sentiero Beni – Jomson ormai trasformato in via carrozzabile e poco attraente per chi lo perco rre a piedi. L’apertura di questa via alternativa ha richiesto 5 anni di lavori ed è stata realizzata dall’Annapurna Conservation Area e da imprenditori locali.

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