martedì, 16 Aprile 2024

Agilo torna sull’intesa per la professione di guida turistica

Riceviamo e pubblichiamo la nota firmata dal presidente di AGILO, Paola Di Giovanni, a proposito della bozza d’intesa Stato-Regioni sulla professione di guida turistica.

“Secondo fonti di stampa – scrive l’associazione – nell’arco di poche ore, appena 48 ore, il Mibact  avrebbe ascoltato i rilievi formulati da alcune (poche e non rappresentative) associazioni di categoria in ordine ad un non meglio precisato provvedimento che lo stesso ministero dovrebbe, dopo le 48 ore, adottare.

Agilo intende inoltre dissociarsi da iniziative quali sit-in e manifestazioni come quelle organizzate dalle suddette associazioni nei giorni scorsi al fine di condizionare il legislatore; iniziative assolutamente non rappresentative della modalità di agire di chi cerca di rappresentare con costrutto l’intera categoria e non gli interessi di chi guarda solo al proprio orticello.

La presente nota, in primo luogo, è diretta a verificare la fondatezza di tale notizia di stampa.

In secondo luogo si allega di seguito alla presente la nota precedentemente inviata dalla scrivente associazione al Ministero ed alle Regioni ed avente ad oggetto i rilievi critici formulati in occasione dello schema di intesa relativo alla figura professionale di guida turistica nazionale raggiunto in sede di Commissione Interregionale presso la delegazione romana della Regione Abruzzo.

In terzo luogo si evidenzia che in ordine alla figura della Guida Turistica ogni eventuale reintroduzione di limiti territoriali, contenuti in un qualsivoglia provvedimento, diretti ad escludere la gran parte delle guide turistiche legalmente stabilite in Italia, comporterebbe una nuova violazione delle norme poste a presidio della concorrenza, di recente sanzionata, proprio in materia, dal Consiglio di Stato con Sentenza n. 3859/2017.

Allo stesso modo, ai fini del conseguimento della abilitazione alla professione di Guida Nazionale, la eventuale introduzione di procedure di esame dirette a non riconoscere valore legale ai certificati di conoscenza di una lingua straniera  – attestati comunemente riconosciuti in ogni procedura concorsuale – rappresenta una misura diretta a creare una nuova barriera per l’accesso alla professione del tutto illogica e contraria ad ogni principio di efficienza della pubblica amministrazione e foriera di sicure discriminazioni e disparità di trattamento a carico dei soggetti interessati all’abilitazione.

Infine, sotto tale profilo, – conclude la nota – è opportuno evidenziare che ogni eventuale commissione di esame non può, al suo interno, annoverare eventuali rappresentati delle Associazioni delle Guide Turistiche e ciò al fine di non inficiare la terzietà degli esaminatori ed evitare, ad esempio in ordine alla lingua straniera, che ogni eventuale giudizio possa essere rimesso a soggetti portatori di un interesse corporativistico”.

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