mercoledì, 8 Maggio 2024

Aica: bene andamento hotel a Natale in Italia

In risalita il RevPar nelle grandi città d’arte italiane che fanno meglo di Londra e Parigi

Le grandi città d'arte italiane non hanno sfigurato rispetto a Londra e Parigi durante il periodo natalizio. Almeno per quel che riguarda l'andamento del mercato alberghiero. Su un campione di 33 mila camere nelle città italiane esaminate, è stato registrato, per il periodo compreso tra il 23 dicembre e il 6 gennaio, un recupero del ricavo medio per camera disponibile (RevPAR): rispetto allo scorso anno, il RevPAR cresce infatti a Firenze +16,6%, Roma +15,7%, Milano +15,3%, Venezia +11,2%, Torino +8,7%, Perugia +2,5%. In sofferenza Napoli con -3.2%, e Bologna con -2%. In Europa Londra cresce solo dell'1% e Parigi del 5,2%.
Il risultato emerge dai dati elaborati da Res hospitality business developers, che nel 2005 ha introdotto in Italia i sistemi di rilevazione di benchmarking alberghiero giornaliero on line, utilizzati sia dalle catene che dagli alberghi indipendenti in tutto il mondo. RES è il fornitore di Aica e Ente Bilaterale Lazio, e con Federalberghi ha realizzato osservatori alberghieri on line in numerose città e provincie italiane.
"Anche per quanto riguarda le compagnie alberghiere italiane – commenta Elena David, presidente Confindustria-Aica – nel corso delle recenti festività si è registrata una lieve crescita sia nei ricavi per camera disponibile, che nei ricavi totali in quasi tutte le città. Sicuramente Napoli rappresenta un'eccezione, essendo stata estremamente penalizzata dalle vicende dei rifiuti. Un risultato, quindi, tutto sommato positivo a livello nazionale, se si tiene conto anche delle numerose cancellazioni registrate sotto Natale da città come Roma e Venezia a causa del maltempo che ha colpito capitali europee quali Londra e Parigi". La presidente di Aica, però, mette in guardia: "Occorre ricordare che questi dati lievemente incoraggianti rappresentano una parentesi positiva in un contesto estremamente difficile. Anche nel 2010, infatti, abbiamo continuato a pagare per gli importanti limiti strutturali del nostro Paese, per la mancanza di una strategia politica verso il turismo e per la miopia con cui questo settore così strategico viene gestito dalle istituzioni".

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