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Per Palermo capitale europea la corsa continua

di Toti Piscopo direttore editoriale di Travelnostop

Le tre città siciliane che si erano candidate a capitale della cultura europea del 2019 sono state bocciate e il giudizio senza appello ha avuto l'effetto della doccia fredda, specialmente a Palermo. Nel capoluogo infatti, seppur con ritardo e tanti distinguo, era iniziato una grande fase di aggregazione, peraltro senza precedenti. La corsa, seppur a passo lento, ha subito questa brusca interruzione da parte di una giuria internazionale che ha ritenuto d'interrompere sul nascere l'entusiastico impegno del Comitato appositamente costituito per concorrere a candidare Palermo a "capitale europea della cultura". Le motivazioni di tale bocciatura non sono note, sembra lo saranno tra 21 giorni. Amarezza e delusione, cinica soddisfazione e sogghigni saccenti ed  ironici tra le reazioni di una Città che non riesce a ritrovare la propria identità e non trovare quel comune denominatore su cui puntare per quel riscatto sociale, culturale ed economico a cui sarebbe legittimo ambire.
Poteva essere la candidatura il comune denominatore? Possibile, ma in tal caso si è sbagliato qualcosa. La Città è piena di criticità e sempre più cittadini vivono ai margini della sopravvivenza. C'è una città reale che quotidianamente lotta silenziosamente non solo contro la crisi economica, ma anche contro la burocrazia, i fenomeni di abusi e abusivismo diffuso, l'indifferenza amministrativa, l'inefficienza di una macchina amministrativa che sembra essere demotivata e sempre più paralizzata, nonostante l'impegno profuso dall'attuale amministrazione.
Lavoratori ed aziende che non si sentono più rappresentati né dai sindacati né dalle associazioni di categoria. Una città priva di una classe dirigente adeguata, cresciuta all'ombra del potente di turno, che non riesce a dare il giusto impulso manageriale. Gli sciocchi di turno hanno forse potuto godere della sconfitta, ma i più sono rimasti indifferenti, mentre i più convinti sostenitori hanno il dovere di analizzare e riflettere, anche per tutelare quel patrimonio umano ed istituzionale che è riuscito ad  aggregarsi attorno ad un'idea progettuale. Alla conferenza stampa il sindaco Leoluca Orlando ha manifestato amarezza e rabbia contro chi ha goduto della sconfitta, definendoli analfabeti ed incivili. Una reazione umanamente comprensibile seppur ingenerosa sul piano istituzionale. Sul piano razionale Orlando ha invece ribadito la volontà di portare avanti il progetto di "Palermo Capitale Europea".
La giusta capacità di reazione a cui deve seguire la capacità di azione, su cui motivare, con i fatti, anche le categorie produttive della Città nel quadro di un'alleanza strategica che deve rendere e far sentire il singolo protagonista di un cambiamento. Nonostante la bocciatura, Palermo deve riprendere il suo impegno per prepararsi agli esami che contano e che tutti siamo chiamati a sostenere giorno dopo giorno. Dopo questa caduta, Palermo deve rialzarsi e continuare la sua corsa.