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Area Marina Protetta Isole Eolie, a quando la svolta?

Christian Del Bono presidente di Federalberghi Isole Eolie e isole minori Sicilia

L'ultimo convegno che si è svolto a Lipari si è limitato a rilanciare l'annoso e ricorrente tema dell'Area Marina Protetta delle Isole Eolie. Nei fatti, a mio modo di vedere, ha messo il coltello nella piaga dell'incapacità pubblico-privata di pianificare la gestione dello sviluppo di queste isole. Ecco che diventa fondamentale prendere delle posizioni nette ed inequivocabili sulla gestione del sito Unesco sul Parco nazionale e sulla pianificazione turistica del nostro arcipelago.

A quattro anni di distanza dall'ultimo convegno sulla costituenda AMP delle Eolie, al quale anche allora avevamo dato il nostro contributo, sui temi della gestione del territorio nulla è cambiato.

I convegni sono importanti ma adesso si passi alle fasi successive, dimostrando attraverso la presenza in giunta dell'assessore al ramo e del vicesindaco di voler andar sino in fondo.

Il tema non è se vogliamo o meno un parco o un'area marina protetta o continuare ad essere inseriti nella World Heritage List. Il tema è: come possiamo sfruttare al meglio i preziosi strumenti di programmazione e gestione territoriale che ci vengono messi a disposizione? Siamo in grado di farlo? Oppure, vinti dalla paura, preferiamo continuare a non prendere decisioni nette e credibili rispetto al nostro futuro?

È del tutto evidente che gli strumenti in se non offrano alcuna garanzia di sviluppo – la mancata gestione del nostro sito Unesco ne è l'emblema – ma che solo attraverso una gestione condivisa e competente degli strumenti potrà esserci uno sviluppo sostenibile dei nostri territori: unica strada per poter assicurare un decoroso futuro in loco alle generazioni future.

Il non decidere degli ultimi anni – complice la crisi economica e l'aver sfruttato i patti territoriali quasi esclusivamente per arricchire la dotazione di posti letto alle Eolie – ci ha cacciati in una pericolosa fase di stagnazione economica che rischia di essere il preludio di un inesorabile declino.

Non lasciamo che l'incapacità e la paura abbiano il sopravvento sul buon senso e sulla ricerca disinteressata delle competenze necessarie per utilizzare al meglio gli strumenti di gestione attivabili. Per un patrimonio come quello delle Isole Eolie non sarebbe perdonabile. Continuare a non riuscire a trasformare l'immenso patrimonio culturale e naturalistico di queste isole in risorse ed attrazioni turistiche in grado di creare valore e garantire uno sviluppo sostenibile per le popolazioni che le abitano sarebbe davvero diabolico, anche alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario Silvia Velo, presente al convegno: esistono dei fondi già stanziati per il parco nazionale delle isole Eolie. Spetta alle amministrazioni locali avviare i tavoli di confronto per decidere che tipo di sviluppo vogliamo e come pensiamo di  poterne gestire i processi. Noi, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte e a garantire il nostro contributo.