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Una tassa di soggiorno frettolosa non produrrà gli introiti sperati

Giuseppe Rosano presidente di Noi Siracusa Albergatori

L'affrettata tempistica sull'istituzione della tassa di soggiorno a Siracusa, a partire dal 1° dicembre, avrà sicuramente ripercussioni dannose per la sua non attuabilità, in quanto agli alberghi non è stato dato né il dovuto avviso, né il legittimo tempo per organizzarsi alla riscossione. Ne consegue che è impensabile che ai (pochi) clienti che pagheranno il conto albergo il 2 dicembre si richieda di pagare l'imposta di soggiorno, solo per "bocca" del receptionista, sprovvisti della notificazione Comunale che sancisce tale obbligatorietà.
L'incomprensibile accelerazione dell'avvio della tassa dal prossimo mese, produrrà, oltretutto, ben poche risorse finanziarie per il Comune, giacché il turismo in Siracusa è ormai in completo letargo. Oltre il 57% delle strutture ricettive alberghiere sono già chiuse o stanno per apprestarsi all'inevitabile chiusura in assenza di clienti. Ne consegue che l'aspettativa di incassare 100 mila euro in dicembre sarà inevitabilmente disattesa. Da quello che ci è dato sapere, perfino il budget di previsione elaborato dal Comune, che prevede di introitare 1.200.000 euro per il 2014 è assai lontano dall'ottenimento.
Ciò detto agli albergatori interessa di più, quello che il Comune di Siracusa saprà realizzare con i soldi che saranno tolti dalle tasche dei turisti che premiano la nostra città con il loro soggiorno. E tale obiettivo si può salvaguardare solo rispettando la volontà del legislatore, che individua nell'istituzione dell'imposta di soggiorno una "tassa di scopo" e quindi destinata unicamente a iniziative e investimenti all'interno del comparto turistico.  
Il problema non è quindi di demonizzare il sancta sanctorum nel nome di una visione realistica della politica, ma è quello di concorrere affinché si dia genesi a una sorta di "laboratorio-clinica" per differenziarsi "dal sistema" e dall'isolamento endogeno, che tenta di escludere dal suo orizzonte la responsabile partecipazione degli albergatori di Siracusa, i quali auspicherebbero di fornire il loro contributo collaborativo di esperienza e di capacità imprenditoriale nella responsabile gestione dei corrispettivi procreati dalla stessa tassa. 
La trasparenza, la logicità di quanto sopra sostenuto fu illustrata in occasione delle recenti elezioni comunali a tutti i proponenti Sindaci della città, compreso l'attuale sindaco Giancarlo Garozzo.
Nel corso di una conferenza stampa, tenutasi lo scorso aprile, fu presentato un "action plan" contenente serie e significative proposte con progetti esecutivi (molti di essi a costo zero), da realizzare a breve a medio e lungo termine e tutti tesi allo sviluppo del turismo e al miglioramento dei servizi nella nostra città, con l'ambizioso obiettivo di creare anche e soprattutto benessere economico per la collettività siracusana.
L‘obiettivo degli albergatori è tutt'ora immutato, soprattutto in un momento veramente difficile per le imprese del settore turistico (e non solo). Gli alberghi, nel corso di quest'anno, hanno continuato a registrare una lieve crescita delle presenze a fronte di una riduzione degli introiti per effetto dell'abbassamento delle tariffe camera e una smisurata crescita dei costi e delle varie imposizioni fiscali, compresa la Tares. Una tassa iniqua e spropositata, deliberata lo scorso venerdì, nonostante il Governo nazionale avesse fornito gli strumenti per non applicarla, consentendo così alle imprese e ai cittadini di continuare a pagare la vigente Tarsu, sicuramente meno gravosa. Tasse su tasse, denominate con diversi acronimi, ma tutte a scoraggiare il fare impresa e di conseguenza tentare di risolvere il dramma dell'incombente disoccupazione. I ristoratori di Siracusa e aziende affine non appena faranno i calcoli dell'incidenza della TARES, si renderanno conto della mazzata piovuta sulle loro teste.