sabato, 27 Aprile 2024

Torri e fari sardi si aprono al turismo

15 siti coinvolti in progetto voluto da Regione e Conservatoria Coste

Ha preso il via un progetto per il recupero del patrimonio marittimo della Sardegna. L’iniziativa, promossa da Regione e Agenzia della Conservatoria, prevede di rendere le coste sarde più appetibili e recuperare il valore storico e identitario. Ad essere interessati sono 15 i siti individuati dal nord al sud dell'Isola: i fari di Razzoli e Punta Filetto a La Maddalena e Capo d'Orso, Capo Mannu, le stazioni semaforiche di Capo Figari a Golfo Aranci, Capo Ferro (Arzachena), Punta Falcone (Santa Teresa Gallura), Punta Scorno (Asinara, Porto Torres) e Capo Sperone (Sant'Antioco),le stazioni di vedetta di Puntiglione, Testiccioli, Marginetto a La Maddalena e Capo Ceraso a Olbia, la Gran Torre di Torregrande (Oristano), la stazione dei segnali di Capo Sant'Elia (Cagliari). 
"Si tratta di un patrimonio straordinario che rischiava di andare perduto – ha sottolineato Andrea Biancareddu, assessore regionale all'Ambiente – Torri e fari saranno restituiti e resi fruibili coniugando turismo, storia, identità e ambiente. Non solo, dopo il restauro il valore dei siti, che resterà pubblico, lieviterà in modo sensibile". 
Per ogni struttura è previsto un uso misto culturale e ricettivo con caffetteria, punti di ristoro e suite di lusso per attrarre quei turisti in cerca di luoghi suggestivi. Il costo dell'operazione si aggira attorno ai 20 milioni di euro. Un milione e 200mila li ha messi la Regione, il resto arriverà da privati attraverso i bandi e da fondi Por europei.


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