venerdì, 29 Marzo 2024

Turismo scolastico, la Fiavet scrive al governo regionale

Il turismo scolastico con le relative problematiche che riguardano agenzie di viaggio e tour operator da un lato e alunni e scuole dall’altro è al centro della lettera inviata dal presidente di Fiavet Sicilia, Giuseppe Ciminnisi (nella foto con la presidente Ivana Jelinic), all’assessorato Pubblica Istruzione e, per conoscenza, a quello al Turismo. Nella missiva, che è condivisa con Assoviaggi, si sottolinea la situazione di difficoltà che vive oggi il sistema distributivo siciliano nelle pratiche che riguardano i viaggi di istruzione.

“Riceviamo sollecitazioni e segnalazioni da parte di agenzie di viaggi che si occupano di turismo scolastico – scrive Ciminnisi – le quali ci riportano la completa disimmetria di criteri, di scelta degli operatori e di valutazione che sono completamente fuori da quanto previsto dalla normativa per “Viaggi d’Istruzione”, nel rispetto del Codice degli Appalti. (D.Leg. 18-aprile2016 n 50) e linea guida ANAC n.4., dal principio fondamentale della libera concorrenza e principalmente lesiva delle attenzioni che meritano gli alunni, in considerazione anche dello stato economico delle famiglie stesse.

Gli episodi che vengono riportati alla attenzione della Fiavet, condivisi anche da Assoviaggi di Confesercenti – sottolinea – ci spingono ad esporre alcune delle lamentele che cercheremo di sintetizzare al meglio, poiché il turismo scolastico meriterebbe dei veri e propri seminari sia per gli affidatari (Istituzioni Scolastiche) che per gli operatori del turismo (AdV o TO.) in riferimento a quanto previsto nella normativa.

La cosa che più ci rende titubanti è l’applicazione della normativa per la gestione di Appalti Pubblici, quando in realtà l’Istituzione Scolastica non riveste assolutamente tale ruolo. Infatti si tratta di un ruolo di intermediario tra le famiglie degli alunni e le aziende preposte all’organizzazione dei viaggi d’istruzione.

La scuola propone l’itinerario che viene condiviso con le famiglie che danno incarico alla scuola di fare le opportune ricerche di mercato, ricerche che ovviamente rispettino l’itinerario, la qualità dei servizi richiesti, in un rapporto qualità prezzo, di livello idoneo alle esigenze del cliente (in questo caso le famiglie degli alunni).

In tutto questo la normativa di cui dall’art. 1 all’art.3  si riferiscono chiaramente ad Enti che gestiscono fondi dello stato infatti al’art. 2 recita “le disposizioni contenute nel presente codice sono adottate nell’esercizio della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza, ……..(omissis)” quindi riteniamo che nella fattispecie  potrebbe fare da guida poiché PI non interviene in nessun modo a titolo economico, considerato che a sostenere il costo del viaggio degli alunni e dei docenti sono sempre le famiglie degli alunni stessi.

In considerazione di ciò e visto che la PI, tranne per un semplice giro conto (superfluo ai fini amministrativi), riteniamo non possa arrogarsi il diritto di gestire una semplice richiesta di preventivo o ricerca di mercato come una vera e propria gara d’appalto rientrante nella normativa di cui sopra, poiché ripetiamo nessun onere economico, oltre la retribuzione dei docenti, è a suo carico e che quindi vengono meno i presupposti giuridici per interferire con gli “appalti di opere pubbliche o di servizi pubblici”.

Per quanto sopra e per buon senso – conclude Ciminnisi – chiediamo agli organi competenti lo scorporo dalla normativa degli Appalti Pubblici sotto soglia e di provvedere ad una semplificazione della stessa per la gestione dei viaggi d’istruzione, affinché non diventino “di distruzione”, poiché è questo il risultato a cui stiamo andando incontro sia per le aziende, che a questo settore dedicano parte della loro attività, sia per le Istituzione Scolastiche che si vedranno costrette ad affidare i loro ragazzi ad aziende di cui non hanno mai sentito parlare e che a loro volta non conoscono, il tutto con possibile danno di chi usufruisce del viaggio, e promuovendo cosi solo “una burocrazia cieca”.

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