venerdì, 19 Aprile 2024

Musei, Asat: con quali criteri vengono decisi gli aumenti?

Marotta: turismo culturale va salvaguardato in una regione come la nostra

"Un provvedimento inopportuno sia sul piano dei tempi di entrata in vigore annunciati, sia sul piano del merito e della congruità". La pensa così Antonio Marretta,  presidente Asat (Associazione Siciliana Accompagnatori Turistici) a proposito all'imminente aumento del costo del biglietto di ingresso alle zone archeologiche ed ai musei siciliani. Un'altra voce si leva dunque contro la misura dell'assessore regionale ai Beni Culturali, Gaetano Armao che, a meno di novità dell'ultima ora, dovrebbe entrare in vigore già da domani. Appare persino superfluo – aggiunge Marotta nella lettera inviata alla redazione di sicilia.travelnostop.com – rilevare come l'applicazione di un incremento di costi fatta adesso  a stagione avviata andrebbe a configurarsi quale violazione delle regole di mercato, intaccando pesantemente i contratti già in precedenza sottoscritti con gli operatori. Ma non si tratta solo di questo, di chiedere un eventuale slittamento del provvedimento. Il problema è anche e soprattutto di merito, per cominciare a capire una buona volta con quali criteri tali aumenti vengono proposti. Ad esempio risulta vistosamente eccessivo l'ingresso di San Giovanni degli Eremiti a Palermo il cui costo è di 6 euro ed anche sproporzionato nel confronto con la zona archeologica di Selinunte (per inciso tra i più grandi parchi archeologici del Mediterraneo) il cui ingresso oggi costa 6 euro e che ora verrebbe portato a 8 euro; oppure rispetto ad un'altra zona archeologica quale quella di Tindari che addirittura ad oggi costa 2 euro ed ora verrebbe aumentato a 4 euro.
Per non parlare dell'abolizione di alcuni biglietti cumulativi, come ad Agrigento dove ad oggi l'ingresso alla Valle dei Templi più il museo costava 10 euro, separati 8 euro + 6 euro rispettivamente, mentre d'ora in poi non sarebbe più possibile usufruire dell'agevolazione di questo ticket combinato e dovranno essere pagati separatamente, ovvero 10 euro per la Valle dei Templi e ben 8 euro per il museo.
Una vera e propria inversione di tendenza questa che non verrebbe affatto compensata dalla riduzione riservata ai residenti nella stessa provincia dei siti.
Ma quando si comincerà a capire – si chiede Marotta concludendo – che nell'ambito dei flussi turistici di una regione ricca di monumenti, arte, storia e cultura quale la nostra, è proprio il segmento del cosiddetto turismo culturale quello che presenta maggiori ricadute in termini economici e che pertanto va tutelato e salvaguardato?"

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